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ILVA di Taranto: con chi stai?


cristanim

un altro sondaggino ad minkiam..  

6 members have voted

  1. 1. ILVA di Taranto: tu con chi stai?

    • con la magistratura e la CGIL, per la chisura fino ad adeguamento impianti e bonifica ambientale
      4
    • col governicchio e gli altri sindacati, chini alla proprietà e disposti ad ulteriori perdite di tempo (e vite)
      2
  2. 2. cosa devono temere maggiormente gli operai?

    • la perdita del posto di lavoro, che sarebbe certamente la peggiore delle sventure
      2
    • la possibile compromissione, anche molto grave, della salute propria e altrui
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In linea di principio io sto con la CGIL (non CIGL...) e con la Legge.

 

Il problema però è alquanto articolato...

 

IO STESSO, che sono un operaio, lavoro (quando non sono in cassa integrazione, pagata dall'inps regolarmente in ritardo) in un ambiente non propriamente sano.

Per guadagnare da vivere ho lavorato oltre 2anni in una piccola carpenteria metallica in cui non ero fornito di mascherine (mi son dovuto comprare una maschera con i filtri, seria, con i miei soldi), dove la pulizia dei filtri dell'aspirazione fumi delle macchine erano un optional (avevamo in funzione, quasi sempre e contemporaneamente, due pantografi per taglio lamiere da 2500x6000mm, uno con due torcie, e un ossitaglio da 2500x8000 con due cannelli, e i filtri a manichette non sono mai stati cambiati, nemmeno nel momento in cui per un guasto all'essiccatore dell'aria compressa (l'aria compressa ogni tot entra da appositi tubi posti all'interno delle manichette per scuoterli e pulirli facendo passare l'aria in senso opposto a quello di filtraggio) la condensa ha bagnato le manichette e le ha praticamente intasate, dato che la polvere metallica si è incrostata al loro esterno), dove non esisteva una cappa di aspirazione nè per i luoghi di saldatura nè di sbavatura con la molaq a disco, dove l'unica protezione consegnata erano i guanti in crosta (un paio ogni due settimane, se si rompevano prima erano storie...), le scarpe antinfortunistiche di base, inadatte per seguire il taglio plasma, che facendo parti piccole obbliga l'operatore a camminare sulla lamiera in lavorazione, che è a dir poco calda, spesso/sempre in caso di pezzi piccoli, oltre i 100°, e un paio di occhiali con lenti inattiniche per saldatura ossiacetilenica, inadatti al 100% per lavorare su una macchina che ha un arco elettrico che lavora sui 200A a 100-150V...che son 20-30kw, niente paragonati ai 3-4kw di una saldatrice di piccole dimensioni, che già fa i suoi bei danni...

Non è bello, ma ci si lavora.

Tornato a casa ero nero, sembrava mi mettessi la matita sugli occhi per la polvere che mi si accumulava sull'umidità, l'estate, sudando a bestia dato che nel capannone si arrivava tranquillamente sui 40° e oltre, dovevo farmi la doccia 3 volte per togliermi lo sporco incrostato di dosso...

Per tutto il periodo che ho lavorato li scatarravo nero, e se avevo il raffreddore, spesso visto il polverone e i fumi respirati, anche dal naso uscivano capperi dark.

Per non parlare della fatica fisica, i limiti sul sollevamento carichi erano costantemente disattesi...

Alcuni giorni, facendo contrappesi per ascensori, spostavamo, in due, e a mano, ovviamente, qualche decina di tonnellate di lamiere, le tagliavamo a fasce da circa 120mm, una 60ina di kg l'una (pezzi da 120x2500x25 in acciaio dolce), che veniva presa in mano 4 volte di media, per toglierla dalla cesoia, poi passarla in calandra per eliminare lo svergolamento, poi per farle in 3pezzi da 835mm circa.

Pezzi che poi andavano ovviamente ri-presi in mano per imbancarli sui pallet.

Tutto a mano, con una distanza calandra-cesoia di una decina di metri, percorso scomodo e, visto il disordine, spesso accidentato.

Bello, no...?

Poi mettete in conto che è vero che ci ho lavorato dai 18 ai 21anni circa, ma che sono un mingherlino da 1.83x60kg...

Diciamo che mi son fatto un pò di spalle.

 

Poi m'è venuto l'asma, e sono andato in meccanica, da 10 anni lavoro su un tornio.

Meno polvere, ma più olii...

Di buono è che se non te li vai a cercare, non li respiri.

 

Questo è l'ambiente di lavoro nei settori artigianali, dove si produce.

Magari meglio della carpenteria dove lavoravo (quello è un caso limite, son contento che sia fallita) ma chi lavora in produzione, soprattutto nelle aziende medio-piccole, non se la passa molto bene.

 

L'ILVA è nella norma...

Cioè, è una fabbrica di ######, che inquina duro, dove i rischi per i lavoratori è elevato, dove ci si ammala...niente di diverso dal tessuto di piccole-medie imprese, ha solo il difetto che esendo grande, ha difficoltà a sfuggire ai controlli sulle emissioni, e che ha una rappresentanza sindacale, che GIUSTAMENTE fa il suo lavoro, che permette ai lavoratori di avere un pò di forza in più...forza che nelle piccole aziende è assente, perchè il contatto tra "padrone" e lavoratore crea un rapporto che sembra più paritario (e che riduce l'interesse di sindacalizzarsi nei lavoratori o nei casi peggiori minaccia conseguenze nel caso qualcuno si iscriva...).

 

Qui il problema è abbastanza vasto.

Non si tratta di essere pro o contro qualcosa, ma di capire.

 

Capire che una realtà industriale, non può non avere scarti e impatti tossici sull'ambiente.

Si tratta di capire che il "libero mercato", cioè il cancro della nostra società, se ne fotte di tutto e di tutti...

 

Il concetto è:

Ti serve il ferro, te lo produciamo.

Come Stato accetti di accollarti le esternalità, cioè emissioni, danni ambientali più o meno vasti e più o meno permanenti, malattie e morti accidentali o sistematiche, e relativi costi, e vieni (sotto)ripagato con offerta di impiego e tasse versate?

Stiamo qui.

 

Non accetti?

Ce ne andiamo, daremo impiego e ferro a chi ci permette di fare i nostri comodi.

 

Questo è il libero mercato.

E va STRONCATO.

Lo Stato, per meritarsi la S maisuscola, dovrebbe DARE condizioni, e non subirle.

 

Il discorso dovrebbe essere questo, "hai fatto i soldi fino ad ora con le tue regole, ora la musica è cambiata:O ti adegui alle norme, O statalizziamo, PUNTO".

 

Per fare questo, e sarebbe una buona cosa soprattutto nell'ambito delle materie prime/semilavorati, perchè se lo Stato ne gestisce il ciclo può venderle a costo o sottocosto per rilanciare l'economia dei settori che le trasformano in prodotti finiti, però, servirebbero dellemodifiche abbastanza radicali degli accordi e leggi conseguenti fatti in passato, degli errori madornali fatti dai fessi che pensavano che le aziende potessero impegnarsi a fare qualcosa di più che guadagnare.

 

Servirebbe un minimo di presa di coscienza, e una nuova classe dirigente...col cervello.

 

Io ho come la vaga impressione che si farà il contrario.

 

O deroghe, o chiusura/ridimensionamento pesante, polizia che mena i lavoratori per salvare i soliti delinquenti legalizzati, e altri costi per lo stato...

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In linea di principio io sto con la CGIL (non CIGL...) e con la Legge.

..ti ringrazio per la giusta segnalazione e chiedo venia per la piccola svista che ho già corretto... ;)

 

.................

O deroghe, o chiusura/ridimensionamento pesante, polizia che mena i lavoratori per salvare i soliti delinquenti legalizzati, e altri costi per lo stato...

..e grazie anche per lo spaccato di realtà produttiva che ci hai dettagliatamente fornito e che giudico assolutamente verosimile et veritiero ;) il problema del caso ILVA però, è che sono oramai decenni che ottengono deroghe per gli inderogabili adeguamenti degli impianti che al momento lavorano ancora seguendo standard ambientali degli anni 60-70 (e che sarebbero inaccettabili persino in Tailandia o Bangladesh <_<) facendo sempre leva sull'infame ricatto occupazionale :angry: ed è davvero ora che qualcuno faccia la sacrosanta pulizia giudiziaria di questa marmaglia avida ed irresponsabile!! ..tutte le altre considerazioni, per quanto giuste et condivisibili, restano ai miei occhi di minor rilevanza rispetto allo scempio ambientale che devasta Taranto da troppo tempo oramai... :ph34r:

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Concordo con El_Ventu, la situazione nelle aziende piccole è proporzionalmente molto simili...

 

La stessa Ilva ha temporeggiato infischiandosene dei vari richiami e dei troppi occhi chiusi...

 

Poi è normale che qualche magistrato (magari anche voglioso di pubblicità) si inca**i e faccia il casino che non è stato fatto per anni....

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sono stati cancellati i messaggi di insulto e non è stato preso alcun tipo di provvedimento!

i miei complimenti!

La cancellazione dei messaggi è prevista dal regolamento, la finisca di criticare e sbeffeggiare solo perchè le sue richieste non vengono esaudite, se non lo avesse ancora capito i moderatori non sono spazzini al suo servizio, a cui lei indica dove pulire aspettandosi di essere ubbidito a bacchetta.

E non voglio addentrarmi in altre questioni quali l'innesco volontrario di flames per poi venirsi a lamentare delle risposte subite ...

Ultimo avvertimento, sia molto ma molto chiaro.

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ma da i numeri????

qui mi augurano la morte, mi vogliono mettere al posto dei filtri delle fabbriche....si aprono topic per creare flames e si prendono provvedimenti contro di me???

ma stiamo scherzando??

se lei non è capace di moderare un forum e non sa nemmeno cosa sia un forum (basti vedere la sua frequenza di ingresso) cambi mestiere!!!!

roba da matti!!!!

 

 

Ban 6 mesi

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Se chiude l'ILVA due sono le strade

  1. o la produzione si sposta nelle acciaierie a norma in Italia (ma dove lo troviamo l'altoforno),
  2. o si delocalizza. nei paesi in via di sviluppo...

che dite cosa si farà?

Ovvio la prima potrebbe essere una giusta soluzioni, premiando aziende che hanno speso ed investito molto nel recupero fumi, e che comunque sentono la crisi.... penso ai famosi gruppi del vicentino....

La seconda che è quella più economica ed interessante per il bene dell'imprenditore sarà quella scelta......

 

Ovvio la possibilità di mettere a norma gli impianti, nemmeno la considero essendo il punto 2 quello che comanda il tutto.

Purtroppo viviamo ancora nel limbo di un sogno di una vita agiata e dovuta come quello che è stato... e quindi nessuno può pensare ad agire in diverso modo....

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Se chiude l'ILVA due sono le strade

  1. o la produzione si sposta nelle acciaierie a norma in Italia (ma dove lo troviamo l'altoforno),
  2. o si delocalizza. nei paesi in via di sviluppo...

che dite cosa si farà?

Ovvio la prima potrebbe essere una giusta soluzioni, premiando aziende che hanno speso ed investito molto nel recupero fumi, e che comunque sentono la crisi.... penso ai famosi gruppi del vicentino....

La seconda che è quella più economica ed interessante per il bene dell'imprenditore sarà quella scelta......

 

Ovvio la possibilità di mettere a norma gli impianti, nemmeno la considero essendo il punto 2 quello che comanda il tutto.

Purtroppo viviamo ancora nel limbo di un sogno di una vita agiata e dovuta come quello che è stato... e quindi nessuno può pensare ad agire in diverso modo....

 

E che fine fanno i 20000 operai che ci lavorano? Consideriamo una cosa, se chiude l'ilva ( che è una vera e propria città a sè ) l'economia va a puttane.

Bisogna trovare una via di mezzo, con l'avvio di un processo serio di bonifica e graduale nel tempo senza se e senza ma, con date di scadenza che bisogna far onorare.

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E che fine fanno i 20000 operai che ci lavorano? Consideriamo una cosa, se chiude l'ilva ( che è una vera e propria città a sè ) l'economia va a puttane.

Bisogna trovare una via di mezzo, con l'avvio di un processo serio di bonifica e graduale nel tempo senza se e senza ma, con date di scadenza che bisogna far onorare.

Ciao Ciccio,

la fine che stiamo facendo con la nostra nazione.....

veramente sono sempre più deluso di come si gestisca queste situazioni.

Dal mio punto di vista dovrebbero valutare i costi ed i tempi per la messa in legge degli impianti, molte aziende del settore lo potrebbero calcolare in alcune settimane. A conti fatti dovrebbero mettersi a tavolino ed in tempi ristretti decidere che fare! Dovrebbero mettere nel piatto tutto, e valutarlo approfonditamente.

Ovvio che la messa in sicurezza ed in legge di un impianto obsoleto, lo porterebbe ad essere fortemente antiproduttivo rispetto ad aziende che hanno eseguito queste modifiche passo dopo passo e che hanno ammortizzato i costi negli anni. Si deve comunque provare, il costo sociale di una chiusura di questo tipo è inaccettabile, come lo è la perdita delle professionalità in essa contenute.

La mia paura, che oramai è divenuta delusione è che nessuno abbia le capacità di scelte forti e risolutive... e che si svilupperà una situazione d'aiuti di stato che si protrarrà per anni senza benefici. come le cure palliative date ad un malato terminale.

Sono sicuro invece che con un buon dottore, e buone medicine il malato potrà camminare nuovamente. Bisogna però che il popolo abbia il coraggio di scegliere il nuovo dottore... non lamentarsi che il vecchio non sa curare... lui fa solo quello che sa fare, se non lo ha saputo fare per anni, non cambia anche sotto suppliche.

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  • 2 months later...

sono stati bravi sono riusciti a mettere contro l'uomo e la natura ......... sono davvero bravi

<_< ..si, bravi davvero, soprattutto quando si tratta di "oliare" in modo "opportuno" coloro che dovrebbero stare in primis dalla parte dei cittadini e della loro salute, ma che invece invariabilemente finiscono per privilegiare gli interessi dei soliti pochi ed hanno considerazione solo delle crasse "ricadute" sui loro conti correnti esteri... :ph34r:

 

..si aprono le scommesse in merito al fatto che anche 'stavolta non cambierà un emerita cippa decaz!! :angry:

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  • 2 weeks later...

Il problema è che .... l'ILVA o chi gestisce ha fatto i propri interessi .... oliando partiti e funzionari e di questi non ne parla nessuno e sicuramente nessuno di loro pagherà ! E' questo il punto ..... è un pò come la storia dei falsi invalidi ... ma voi credete che senza la giusta complicità riuscirebbero nel loro intento ? La questione che pongo io è : Chi dovrebbe essere veramente "bastonato" ? Corruttori o corrotti ?

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